Qualche tempo fa la Lega Nord, quella vera dove c’era Umberto Bossi, proponeva come modello per il controllo delle città le ronde. Ricordate?
Era il lontano 1997 e l’argomento “Padania indipendente” era entrato nel vivo. I leghisti avevano a cuore il tema della sicurezza urbana, tanto da farne una battaglia tutta loro. Presi di mira, allora, erano gli albanesi in Lombardia.
Questo il comunicato del Governo della Padania:
Il Governo provvisorio della Padania esaminata la grave situazione di tensione e preoccupazione che si è venuta a creare in Padania, a causa delle irresponsabili decisioni del Governo di Roma sull’ introduzione di migliaia di albanesi, di cui molti evasi dalle carceri di Tirana, ha decretato la costituzione dell’ Associazione di protezione civile Ronde Padane con il compito di operare attivamente sul territorio della Padania per la prevenzione e per la difesa dei diritti dei cittadini minacciati nella loro incolumità, nel loro patrimonio, nella loro identità
Roberto Maroni (già ex ministro nel ’94) ne era il portavoce
Le ronde sono nate spontaneamente. Dovevamo decidere di riconoscerle o sconfessarle. Il questore di Modena, inventadosi un reato e perseguitandole, ci ha fatto decidere per il riconoscimento. Adesso non possono più toccarle senza toccare il Governo della Padania.
Dopo dodici anni, esattamente nel lontano 2009, il Governo Berlusconi, sotto la sfiancante pressione leghista torna alla carica sull’istituzionalizzazione delle ronde. Con qualche tira e molla di troppo, esce il decreto del Governo sugli “ambiti operativi delle associazioni di osservatori volontari“. Era il 24.07.2009. L’articolo 1 al comma 1 recitava:
in ciascuna Prefettura-Ufficio territoriale del Governo è istituito l’elenco provinciale delle associazioni di cittadini di cui all’art. 3, comma 41 della legge 15 luglio 2009, n. 94, per la segnalazione alle polizie locali, ovvero alle Forze di polizia dello Stato, di eventi che possono arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale.
Le ronde furono normate. Per legge.
Ebbene, a distanza di undici anni il tema è ancora attuale. Stavolta è il Ministro del Partito Democratico Francesco Boccia a lanciare un’altra campagna ronde. Non più rondisti ma assistenti civici. I loro nemici? Non gli albanesi, ma i trasgressori delle misure anti Covid-19. L’idea del Ministro per le Regioni ha fatto arrabbiare un po’ tutti, dai suoi colleghi (Lamorgese e Catalfo in primis) fino alle opposizioni (Meloni su tutti). In realtà Boccia ha tenuto a precisare:
Ma quali ronde, quali guardiani. Non sono ispettori, ma volontari che regalano sedici ore settimanali alla loro città. Sa cosa mi dispiace? Che questa iniziativa sia stata strumentalizzata.
Ispettori.
A breve verrà messo a punto un decreto per regolamentare la loro azione e sfera di competenza. E così avremo un esercito di persone nullafacenti o percettori di reddito di cittadinanza, a spiare i nostri comportamenti.
Non bastava il Coronavirus, il lockdown, la crisi economica. No. Arrivano gli ispettori…